Osé

Prosecco Doc Rosé Treviso
Spumante Brut

11% vol – 750 ml

Uno spumante rosato Brut composto da uve Glera e una piccola percentuale di Pinot Nero, spumantizzato seguendo le regole del metodo Martinotti. Ne risulta un vino secco, elegante e raffinato, di grande personalità.
Un colore accattivante, con un gusto di fragoline di bosco e di agrumi, una bolla persistente.
Un vino perfetto per i vostri pasti, un “must” per gli aperitivi estivi e per tutte le riunioni conviviali.
Spuma persistente e perlage fine.

Temperatura di servizio: 7° – 8° C

Spumanti e Frizzanti Metodo Martinotti / Charmat

Per saperne di più

Extra Dry, Brut, Extra Brut: che cosa significano?

Sulle etichette degli spumanti troviamo spesso termini come Extra Dry, Brut ed Extra Brut, ma cosa indicano esattamente? Tutto ruota attorno al residuo zuccherino, ovvero la quantità di zucchero presente nel vino (espressa in grammi per litro), che determina il grado di dolcezza e influisce sul sapore. Ogni categoria offre sfumature diverse, e anche all’interno della stessa classificazione i gusti possono variare.
Ad esempio, un Brut (6-12 g/l) può essere più secco o leggermente più fruttato a seconda del residuo zuccherino. Uno spumante come l’Osé, con 10 g/l, si colloca in una zona intermedia: non troppo estremo, risulta fresco, equilibrato e facile da bere. Questo lo rende ideale per un aperitivo o per accompagnare un dessert leggero, conquistando un pubblico ampio.

Questi termini, nati dalla tradizione francese, vengono interpretati in modo unico nelle diverse regioni vinicole, dando vita a stili distinti. Ecco una guida semplice per orientarsi:

Extra Brut (meno di 6 g/l): secco e deciso, perfetto con crostacei o formaggi freschi.
Brut (6-12 g/l): fresco e asciutto, ottimo per antipasti leggeri.
Extra Dry (12-17 g/l): morbido e versatile, si abbina bene a risotti o pasticceria.
Dry (17-32 g/l): dolce e armonico, ideale con frutta o dolci.
Demi Sec (32-50 g/l): dolce e intenso, consigliato per dessert ricchi.

Ogni spumante ha il suo momento ideale per brillare, e la scelta dipende dai gusti personali e dall’occasione.

 

Per saperne di più

Il millesimato questo sconosciuto

Provate a passeggiare tra gli scaffali di un supermercato o a sfogliare il menu di un aperitivo trendy: tra un Prosecco DOC e un Superiore DOCG, eccolo lì, il “millesimato,” con quell’aria di chi la sa lunga. Ma cos’è davvero? Una parola che sa di lusso o un trucco da etichetta? Per capirlo, partiamo dalle regole, quelle dei disciplinari, che in Italia sono una giungla di sigle e dettagli da far impallidire un burocrate.

Il Prosecco, lo sappiamo, può essere DOC (nove province tra Veneto e Friuli, un mare di bollicine), Superiore DOCG (colline di Conegliano Valdobbiadene o Asolo, più chic), o persino Rosé, che nel disciplinare ha una definizione così contorta — “Spumante Rosé Millesimato con Pinot Nero vinificato in rosso al 10-15%” — da sembrare un rompicapo ministeriale. Poi ci sono le Rive, microzone del DOCG con nomi di paesini che suonano poetici, che pochi conoscono. E infine, il nostro eroe: il millesimato. Tecnicamente, significa che il vino viene da una singola annata, riportata in etichetta. Niente blend di vendemmie diverse, solo un anno, puro e semplice.

E qui arriva il primo colpo di scena: nei disciplinari del Prosecco, tutto il vino è comunque frutto di un’unica vendemmia, perché il blend tra annate non è previsto. Quindi, ogni Prosecco è già “millesimato” di suo, no? Eppure, quella parola in etichetta cambia tutto. È marketing, bellezza: “millesimato” evoca rarità, unicità, un’annata da ricordare, anche se magari è solo il 2022 di un’estate piovosa.

Un passo indietro: nella terra dello Champagne, dove il termine nasce, “millesimato” (o millésime) è un’altra storia. Lì, il vino base è spesso un assemblaggio di annate, e solo le vendemmie eccezionali — quelle da incorniciare — diventano millesimati, invecchiati e venduti a peso d’oro. Nel Prosecco, invece, l’annata è la norma, non l’eccezione. Ma provate a dirlo al consumatore medio, che davanti a un “Millesimato 2021” vede già calici di cristallo e bollicine da centellinare come un tesoro.

In fondo, il millesimato nel Prosecco è un po’ come un vestito fatto su misura: non cambia la persona, ma la fa sentire più elegante e speciale. E noi, con un brindisi, ci sentiamo felici.