Dude

Vino bianco macerato frizzante
Non filtrato – Col fondo

11% vol – 750 ml

Dude è realizzato vinificando uve Glera 90% e Moscato 10%. La prima fermentazione avviene a contatto con le bucce per 1 giorno e successivaente separate per decantazione. Viene imbottigliato nel periodo di Pasqua, con luna crescente, per avviare la seconda fermentazione in bottiglia per 5 mesi circa, durate i quali i lieviti trasformano tutti gli zuccheri del vino in anidride carbonica e si depositano sul fondo della bottiglia (0 grammi di residuo zuccherino).
Elegante, gustoso e morbido, dal sapore di uva appena spremuta, con profumo di pesche.
Al palato è persistente e fruttato, mai dolciastro, con sentori di frutta matura.

Temperatura di servizio: 8° – 9° C

I Non Filtrati di Riccardo Zanotto

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Perché Si Chiamano Vini Macerati?

I vini macerati hanno un nome che incuriosisce: da dove viene? “Macerati” si riferisce a un processo antico: le bucce dell’uva restano a contatto con il mosto dopo la pigiatura, anche per settimane. Questo dona ai vini bianchi un colore intenso — dal dorato all’arancione — e sapori complessi: note di miele, spezie, frutta secca. A differenza dei bianchi classici, filtrati subito, i macerati prendono vita dalla buccia, come i rossi. In Italia, zone come il Friuli li celebrano, usando vitigni come Ribolla Gialla o Friulano. Non sono facili: possono risultare tannici, quasi ruvidi, ma conquistano chi cerca un vino con carattere.

A volte, però, la macerazione si fa più breve e leggera, come nel caso del nuovo vino Zanotto “Dude”, un vino col fondo che riposa sulle bucce solo pochi giorni. Questo tocco basta a regalargli un carattere unico, con un colore più intenso che richiama gli “orange wine” — come vengono spesso chiamati questi bianchi vinificati sulle bucce — e una personalità vivace, tra tradizione e un guizzo moderno. È un ritorno alle origini, quando la vinificazione era meno raffinata e più istintiva: un calice di macerato, lungo o breve che sia, è un dialogo con la terra.

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In quanti modi si può bere il Col fondo?

Il “Col Fondo” è un vino che invita alla scoperta, un’esperienza che si adatta al tuo umore e alla tua voglia di esplorazione. La sua particolarità risiede nei lieviti che rimangono in bottiglia dopo la rifermentazione, offrendo diverse possibilità di degustazione.

1. Purezza e Finezza: L’Eleganza del Vino Limpido
Per chi ama l’eleganza e la nitidezza, consigliamo di scaraffare il “Col Fondo”. Versa delicatamente il vino in una caraffa, evitando di trasferire gli ultimi 20-30 ml che contengono la maggior parte dei lieviti. In questo modo, otterrai un vino limpido e brillante, con aromi delicati e freschi. Ideale come aperitivo raffinato o in abbinamento a piatti leggeri.

2. Vivacità e Profondità: L’Intensità del Vino Velato
Per chi desidera un’esperienza più intensa e coinvolgente, suggeriamo di agitare delicatamente la bottiglia prima di versare. In questo modo, i lieviti si mescoleranno al vino, conferendogli una leggera velatura e arricchendolo di profumi di crosta di pane e altri sentori complessi. Al palato, la vivacità delle bollicine e la maggiore complessità aromatica renderanno la degustazione ancora più appagante. Perfetto per accompagnare piatti saporiti e formaggi artigianali.

3. Esplorazione Graduale: Un Viaggio nel Calice
Il “Col Fondo” offre un’esperienza dinamica. Versando lentamente, i primi bicchieri saranno più limpidi, rivelando la freschezza e la finezza del vino. Man mano che si prosegue, i lieviti depositati sul fondo si mescoleranno gradualmente, arricchendo il vino di complessità e profondità. Gli ultimi bicchieri, più torbidi, offriranno un’esplosione di aromi e una consistenza più piena. Questo permette di sperimentare diverse sfumature di sapore e consistenza nella stessa bottiglia, un vero e proprio viaggio sensoriale nel calice.